lunedì 28 ottobre 2013

Nuove specie di esox? - Seconda parte (meristica)


Questo post e' la seconda parte di una serie di tre. Vi invito a leggere la prima parte, se non l'avete ancora fatto, prima di proseguire nella lettura.

Oggi andremo a vedere le altre caratteristiche morfologiche proposte da Lucentini e Bianco (oltre alla livrea) per la distinzione della/e nuova/e specie di Esox dell'Italia.

La discussione di oggi si sviluppa soprattutto su caratteri meristici, cioe' cose che si possono contare in maniera continua sul corpo dei pesci. In particolare si tratta di pori mandibolari e di squame lungo la linea laterale.
Soffocate gli sbadigli, non e' cosi' terribile come potrebbe sembrare! :)




Pori  

I pori mandibolari sono dei fori situati sul margine inferiore della mandibola, generalmente sono associati al sistema della linea laterale (quindi alla percezione del movimento) assieme a molti altri pori concentrati sulla testa del luccio.
Non e' chiaro se il loro numero cambi durante il corso della vita di un individuo ma sembra che il numero sia una caratteristica costante.

Generalmente nel luccio sono pari da ambo i lati, ma possono presentare variazioni anche importanti.ed essere impari. In generale sono 5 per lato.
                   Un bel luccio transalpino con 5+6 pori. Grazie ad Andoni di Esoxfever per la foto.


E. flaviae dovrebbe presentare un numero di pori molto atipico 3-9 cioe' da un minimo di 3 ad un massimo di 9 totali. Non chiedetemi come possano esserci individui oltre i 30 cm con solo 3 pori, non he mai visto uno.

Anche E. cisalpinus dovrebbe avere un numero di pori atipico: 4 per lato.

Insomma entrambi gli autori concordano che la specie "nostrana" abbia meno pori del luccio d'oltralpe. Ma e' davvero cosi'?

Per verificare quanto fosse diagnostica questa caratteristica ho controllato i pori di un centinaio di lucci di "ceppo nordico" e di circa una decina di esemplari di "ceppo italico".
La stragrande maggioranza dei lucci "nordici" (provenienti da Estonia, Svezia e Finlandia) sia del Baltico che delle acque dolci presentavano 5 pori per lato. Vi erano pero' alcune eccezioni, con esemplari con 4 o 6 pori su di un lato, e 5 dal lato opposto.
Fin qui tutto bene, le caratteristiche meristiche spesso non sono rigidamente definite e presentano una piccola percentuale di deviazione dalla regola generale.

Il problema pero' e' che quando sono andato a verificare il numero di pori in lucci che al fenotipo erano di  "ceppo italico" non ho trovato differenze. Invariabilmente tutti gli esemplari presentavano 5 pori per lato (come si puo' vedere da alcune foto a corredo di questo articolo).


Fabio, Veneto


Pego, Veneto (foto di Max)


Fabio, Veneto


Certo, ho esaminato un numero piuttosto basso di esemplari, ma il fatto di non aver riscontrato in nessuno di essi le caratteristiche individuate da Bianco o da Lucentini et al. mi fa sospettare che il numero dei pori mandibolari non sia un buon carattere distintivo.
Peccato, perche' si trattava di un carattere facilmente identificabile e contabile sul campo, anche da parte di un non-esperto.

Squame

La linea laterale e' un altro organo sensorio localizzato sul fianco del pesce. E' composto da un numero di squame modificate, con un poro al centro dove hanno sede i recettori delle vibrazioni.
Queste squame sono allineate e il loro numero e' considerato caratteristico. La loro conta e' abbastanza incerta e comunque laboriosa. E' possibile con difficolta' solo su una buona foto (con condizioni di luce particolare) o altrimenti su campioni morti, in laboratorio.

Per verificare questa caratteristica ho esaminato una 30a di campioni di lucci nordici (Finlandia) di lunghezza compresa tra 13 e 73 cm. Il numero delle squame era tra 104 e 127, piu' della meta' degli individui rientravano all'interno dell'intervallo proposto da Lucentini per il luccio di ceppo italico (da 105 a 115). Solo un paio di esemplari rientravano nell'intervallo proposto per quelli di ceppo nordico.

Nessuno rientrava nell'intervallo proposto da Bianco ( da 92 a 107), cosi' sono andato a verificare anche un piccolo campione di circa una decina di individui fenotipiacamente di "ceppo italico".
Data la difficolta' nel reperire il materiale di studio mi sono dovuto basare su fotografie accurate, su gentile concessione del club Lanciatori Bassa Trevigiana. La conta delle squame e' quindi senz'altro imprecisa e mi sono limitato a contare il "numero minimo" di squame.

Pur con tutte le incertezze del caso, i campioni esaminati presentavano un numero di squame tra 111 e 129, meta' degli esemplari non rientravano nell'intervallo proposto da Lucentini e contemporaneamente nessuno di essi rientrava nell'intervallo proposto da Bianco.

Anche in questo caso si puo' dire che, almeno secondo queste conte preliminari, il numero delle squame della linea laterale non sembra essere un buon carattere diagnostico.

La terza parte e' online raggiungibile a questo link.

0 comments:

Posta un commento