martedì 9 gennaio 2018

Un alieno tira l'altro

Anche gli alieni hanno diritto alla loro diversita' (by Krulos on Deviantart)

Oggi vi voglio parlare di un piccolo e semplice articolo che nasconde una notizia tanto eclatante quanto allarmante (anche se, purtroppo, vecchia).

Parte da dati vecchi perche' dopo il 2005 la regione ER non ha piu' fatto una carta ittica. Forse partendo dall'idea rivoluzionaria che e' piu' facile gestire le risorse naturali se nessuno sa veramente come sono messe...ma piu' probabilmente e' semplicemente a causa dalla triste, cronica mancanza di fondi per il settore della gestione e conservazione naturalistica.

Pero' tra il '98 e il 2005 ogni provincia ha censito le proprie acque, facendo una lista dei pesci presenti e della loro abbondanza. Molti anni dopo, qualcuno dotato di buona volonta' e tanta, tanta pazienza (no, non sono io, decisamente) si e' sciroppato tutte le scartoffie per portare questi dati alla luce.

Il lavoro, partito con l'intenzione di censire le specie presenti nelle acque interne, ha avuto anche altri frutti. Infatti, nel marasma di dati una cosa e' subito saltata all'occhio: c'era un totale di 9 siti in cui le specie autoctone di pesci erano completamente estinte. Questi siti, che abbiamo chiamato "hotspot di biodiversita' aliena" non sono distribuiti solo in pianura, in acque presumibilmente piu' degradate, ma ci sono anche un paio di casi nelle acque montane.

I 208 siti campionati (mappa in alto) e la localizzazione degli hotspot di biodiversita' aliena (i triangoli rossi nei circoli A e B della mappa in basso). I cerchi gialli sono le zone dove coesistono autoctoni e alloctoni mentre in verde sono le zone dove la comunita' ittica e' esclusivamente autoctona.

Le specie alloctone negli hotspot in montagna (quelli nel circolo B) sono chiaramente le trote iridee, probabilmente rilasciate per la pesca sportiva ma apparentemente in grado di spostarsi (i campionamenti sono appositamente effettuati lontani da campi gara) e far quantomeno spostare il resto della fauna ittica autoctona.

Quelle presenti negli hotspot in pianura sono invece per lo piu' provenienti dall'areale asiatico/danubiano, soprattutto ciprinidi come il carassio o la breme ma anche predatori come aspio, luccioperca o siluro.

Una tabella riassuntiva delle specie presenti negli hotspot di biodiversita' aliena. I nomi scientifici sono inclusi nell'articolo completo (link in fondo all'articolo).

Estinzioni totali locali, in un ambiente acquatico aperto e con la presenza di aree adiacenti dove le specie autoctone ancora sopravvivono. Molto insolito, ma com'e' potuto succedere?

La nostra teoria, ed e' solo una teoria si badi bene, e' che ci siano cause multiple in gioco.
Un ruolo fondamentale viene sicuramente giocato dall'impatto antropico, che modificando le condizioni ambientali favorisce alcune specie a discapito di altre. Ma probabilmente opera anche un altro meccanismo piu' sottile, in cui alcune specie alloctone, in grado di modificare l'ambiente, amplificano questi effetti impattando ulteriormente le specie autoctone e favorendo al tempo stesso la colonizzazione di altre specie alloctone, in un ciclo che si autoalimenta.

Lo sfalcio di vegetazione acquatica, unito alla presenza di specie alloctone fitofaghe, aumenta la torbidita' (per via dell'aumento di turbolenza idraulica) e l'eutrofizzazione (per via della risospensione dei nutrienti nel sedimento). Questo e' ulteriormente incrementato dall'azione di specie che risospendono il sedimento nutrendosi sul fondo (p.es. le abramidi). Le mutate condizioni ambientali favoriscono specie adattate a condizioni di acqua torbida (p.es. il lucioperca), eutrofica (p.es. il carassio), e che depongono uova sul limo. Questo e' praticamente l'opposto di molte specie autoctone e rispecchia le caratteristiche di quelle alloctone, coevolute negli stessi areali e pertanto in grado di convivere nella nuova comunita'.

Questo meccanismo, chiamato invasional meltdown, e' stato ipotizzato qualche decennio fa e non e' una nostra invenzione. Pero' finora vi sono state poche prove che avvenga nel mondo acquatico. Quindi il nostro potrebbe essere un buon esempio che conferma questa teoria.

E' quasi impossible stabilire quale sia il peso relativo dei fattori che hanno portato a questa situazione  se si guardano solo le zone dove ormai gli autoctoni non ci sono piu'. Occorre andare ad analizzare le zone dove autoctoni ed alloctoni interagiscono ancora (quelle rappresentate dai cerchi gialli nella mappa), ed usare metodi un po' piu' sofisticati.

Ma di questo discuteremo nel prossimo articolo.

Riferimenti bibliografici:

Lanzoni, Milardi et al. 2017. A regional fish inventory of inland waters in Northern Italy reveals the presence of fully exotic fish communities. The European Zoological Journalhttp://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/24750263.2017.1415384 (articolo liberamente accessibile)

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